Intervento al convegno di studi Precari di ieri. Il bracciantato agricolo di massa tenutosi a Savarna (RA) il 5 giugno 2011 presso il museo etnografico " Sgurì" di Romano Segurini. Pubblicato in «I quaderni del Cardello», Annale di studi romagnoli Della Fondazione Casa di Oriani - Ravenna., n. 20, pp. 25-34.
Nelle colline e nelle pianure dell'Italia centro-settentrionale dal XV secolo in avanti il sistema parcellare medioevale dell'agricoltura contadina si riorganizza attorno al contratto di mezzadria, contratto che segue l'appropriazione della terra da parte delle borghesie urbane e della nuova nobiltà in espansione. Questo rapporto resiste fino al XX secolo nelle aree collinari e di antico appoderamento, mentre nella bassa pianura i lavoratori mezzadri non riescono a sostenere la funzione di "imprenditori agricoli subalterni". I faticosi lavori di prosciugamento delle zone paludose, i terreni duri e argillosi che obbligano a disporre di varie coppie di buoi da lavoro e la necessità di destinare forza lavoro familiare alla difesa delle alluvioni dei fiumi provocano un mutamento nei rapporti contrattuali e il progressivo passaggio di molti lavoratori mezzadri alla condizione di salariati fissi. Nel corso del XIX secolo nasce anche la figura del bracciante giornaliero e il bracciantato di massa che alterna i lavori di bonifica con i lavori agricoli a giornata presso la grande azienda capitalistica.