Studi Ferraresi (30)

Relazione presentata  per la mostra che si tenne nel Castello estense di Ferrara  promossa dall' Amministrazione provinciale di Ferrara, A tavola con il Principe. Materiali per una mostra su alimentazione e cultura nella Ferrara degli Estensi, a cura di J. Bentini, A. Chiappini, G.B. Panatta, A.M. Visser Travagli, Ferrara, Gabriele Corbo e C. editori, 1988 (ottobre 1988), pp. 21-37.

La ripresa agricola dopo la metà del XV secolo vede il rifiorire dell'agricoltura ferrarese, specialmente nelle vaste terre possedute dal marchese poi duca Borso d'Este. L'esame della documentazione contabile conservata nell'archivio Estense di Modena fornisce rilevanti informazioni sulle disponibilità alimentari della città, sul movimento delle derrate agricole e sui consumi.

Venerdì, 26 Febbraio 2021 10:36

Presentazione a Porotto nella storia

Presentazione del volume Porotto nella storia, a cura del Comune di Ferrara - Circoscrizione nord-ovest, Ferrara Liberty House, 2003, pp. I-VI.   Gran parte del volume (pp. 1-172) ospita il corposo saggio dello storico Adriano Franceschini, che abitò nella frazione di Borgo Scoline  presso Porotto, intitolato Note per la storia di Porotto e del suo territorio. Ho pensato di riprendere la presentazione del volume con l'occasione della ricorrenza delle celebrazioni previste per il centenario della nascita (1921-2021) dell'illustre storico ferrarese.  

 

Testo dell'intervento al convegno di studi «In primis una petia terre». La documentazione catastale nei territori dello Stato Pontificio. Organizzato dall'Associazione Nazionale Archivistica Italiana, sezione Umbria - Perugia 30 settembre - 2 ottobre 1993 e pubblicato in «Archivi per la storia. Rivista dell'Associazione Nazionale Archivistica Italiana», anno VIII, n. 1-2, Gennaio-dicembre 1995, Firenze, Le Monnier, 1995, pp. 281-294.

Relazione introduttiva al convegno Riforma Agraria: da braccianti a coltivatori diretti, organizzato dall'Assessorato provinciale all'agricoltura e dall'Istrituto di storia contemporanea  nel Cinquantesimo della Riforma agraria in provincia di Ferrara, 1951-2001, atti del Convegno, 22 febbraio 2003 , a cura di Franco Cazzola, Ferrara, Cartografica, 2005, pp. 9-30

 

Pubblicato in Ferrara. Voci di una città,  rivista semestrale edita dalla Fondazione  Cassa di Risparmio di Ferrara, n. 29, Dicembre 2008, pp. 35-42

Un profilo dell'economia ferrarese e dei suoi problemi dal 1838, anno di fondazione della locale Cassa di Risparmio, al 1938, quando le necessità dell'autarchia portano all'insediamento di numerose industrie  in una zona appositamente creata  nello spazio compreso fra le storiche mura della città e il Po.

Venerdì, 31 Gennaio 2020 18:04

In crociera nella Bassa

Articolo pubblicato nella rivista Ferrara, voci di una città, edita dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, n. 21, 2004.

Nel territorio ferrarese  i movimenti di persone e cose sono stati semprecondizionati dall'acqua. La barca è sempre stata il mezzo di comunicazione principale fino all'avvento della Ferrovia. Allo stesso modo, strade non sempre praticabili sono stati gli argini, i dossi ed anche gli alvei abbandonati di antichi rami fluviali. Un viaggio immaginario nel tempo e nella antica cartografia alla scoperta di collegamenti attivi nell'età moderna dal XVI al XVIII secolo. 

Pubblicato in Schifanoia. Notizie dell'Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara, 6 (1988), pp. 199-204

L'architetto, cartografo e idrostatico Giovan Battista Aleotti nella sua opera allora inedita   Intitolata Hidrologia overo della scienza et arte del ben governare le acque dedica numerose pagine a descrivere  come l'architetto e l'idrostatico devono acquisire la visione cartografica e la esatta misurazione dei luoghi. Egli propone anche uno strumento di sua invenzione, l'Archimetro indispensabile per i rilievi topografici. (L'opera dell'Aleotti è stata ora edita per cura di Massimo Rossi dall'Istituto di studi rinascimentali di Ferrara e dall'editore Franco Cosimo Panini di Modena) 

 

Pubblicato , in Il Rinascimento nelle corti padane. Società e cultura, Bari, De Donato, 1977, pp. 299-327.

Nella seconda metà del secolo 16° i rapporti tra proprietari cittadini e contadini lavoratori erano regolati dagli statuti del comune di Ferrara secondo una forma di contratto assimilabile alla mezzadria. Questo rapporto si evolve rapidamente verso una forma di contratto colonico, la boaria, che di fatto si traduce in lavoro salariato, a durata annuale, vincolante tutta la famiglia. Tra le cause di questa perdita di potere contrattuale dei contadini, l'eccessivo peso delle contribuzioni in lavoro per la difesa dalle inondazioni e per l'efficienza dei canali di scolo pubblici, onere gravante sui contadini ferraresi in forma di corvées, ma progressivamente crescente a causa delle numerose esenzioni ottenute dai nobili e dagli ecclesiastici per i propri lavoratori. Ad accelerare il fenomeno contribuisce la rapida diffusione dei contratti di affitto da parte di imprenditori e speculatori. Essi anticipano la rendita ai proprietari ma traggono profitto da condizioni sempre più dure nei confronti dei lavoratori, spesso incapaci di fornire il numeroso bestiame da lavoro (buoi) che per statuto spettava ad essi conferire. La ricerca è condotta su numerosi atti notarili contenenti contratti di lavorazione (laboratura), di affitto e di altri svariati tipi di contratti agrari, tra cui alcuni di boaria. 

Pubblicato in Prima dell'organizzazione. Gli scioperi del 1897 nel Ferrarese. Atti del Convegno.  Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara 31 gennaio 1998, a cura di Lucio Scardino, Ferrara, editrice il Globo, 1999, pp. 13-26.

Lo scritto è l'introduzione al convegno sulle agitazioni agrarie del 1897, dilagate dalle zone risicole del Bolognese al ferrarese centrale, che ebbero vastissima eco anche in campo nazionale e parlamentare. A ribellarsi ad un ventennio di grave disagio e di disoccupazione nelle campagne non furono solo i lavoratori giornalieri e precari, ma anche il vasto mondo dei coloni e salariati fissi legati dal patto di boaria. Il prolungarsi  della grave depressione dei prezzi agricoli europei (1873-1896) e l'arresto degli investimenti in opere di bonifica e di miglioria aveva provocato una gravissima caduta dell'occupazione e delle remunerazioni dei lavoratori.

Pubblicato nella rivista "Economia e Storia", 1967, fasc. 3, pp. 291-329

 

Il saggio ricostruisce, attraverso documenti di archivio una lunga controversia riguardante l'opportunità di istituire una "Arte" ossia corporazione di tutti coloro che erano legati al ciclo produttivo della seta nella città di Ferrara. Tra i protagonisti i mercanti di tessuti (Drappieri), i tessitori di seta, suddivisi tra tessitori cristiani e tessitori ebrei, le calderane che traevano la seta grezza dai bozzoli, i possessori di mulini da seta che producevano orsogli cioè il filo ritorto, e altre categorie coinvolte da questa produzione

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Nota dell'autore
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