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Pubblicato in «Storia urbana», 1996, n. 76-77, pp. 35-64.
In età medievale la pianura padana fu spogliata dei grandi boschi che la ricoprivano. Dalla metà del '400 proprietari e coloni ricreano sui poderi assegnati a coloni e mezzadri una «foresta artificiale», piantando in filari milioni di alberi a cui viene di solito maritata la vite. Viene così assicurata all'economia del podere una risorsa energetica (legna da ardere, pali, legname da costruzione) ed anche una biomassa vegetale utile per alimentare il bestiame da lavoro durante l'estate. Gli alberi assicurano anche un sostegno vivo alle viti permettendo alla vite di arrampicarsi in alto e sfuggire all'umidità dei suoli padani.