Acque e bonifiche (38)

 

Pubblicato nel volume Giambattista Aleotti e gli ingegneri del Rinascimento, a cura di Alessandra Fiocca, Firenze, Olschki, 1998, pp. 23-46.

L'architetto Giovan Battista Aleotti, detto l'Argenta dalla sua città natale, durante la sua lunga vita (1546-1636) operò al servizio dei duchi d'Este a Ferrara e in seguito come architetto comunale. Dedicò lunghi anni alla compilazione di un trattato di idraulica (Della scienza et dell'arte di ben governare le acque) rimasto per oltre tre secoli inedito ed ora disponibile a stampa per la cura di Massimo Rossi (Modena, Panini, 2000), La sua grande esperienza pratica nella bonifica, nella livellazione e nella misura dei terreni, oltre che nelle costruzioni idrauliche, lo mise in contatto con altri ingegneri e matematici operanti nella valle del Po e dovette occuparsi di porre riparo ai problemi creati dalle disastrose inondazioni dei fiumi padani della fine del secolo 16°, oltre a fronteggiare le conseguenze del progressivo interrimento degli alvei meridionali del Po e della grande mutazione idrografica ed ambientale  generata dal Taglio veneto del ramo principale alle foci del Po (1599-1604).

Pubblicato in A. Fiocca, D. Lamberini, C. Maffioli (a cura di), Arte e scienza delle acque nel Rinascimento, Venezia, Marsilio. 2003, pp. 15-35.

 

Nel secolo 16° tutta la pianura padana è un grande cantiere. Schiere di tecnici, ingegneri, matematici dirigono grandi lavori di regolazione delle acque, di prosciugamento di bassifondi e di sistemazione delle terre a scopo agricolo. Si arginano fiumi, si scavano canali collettori e reti di raccolta delle acque piovane, si edificano chiaviche, botti, regolatori di flusso, derivazioni di acque irrigue. La ricerca di nuove terre da grano si fa sempre più affannosa col crescere della popolazione. Prende il via quella grande opera di costruzione della pianura che oggi conosciamo.

pubblicato in Società, cultura, economia. Studi per Mario Vaini., a cura di E. Camerlenghi, G.Gardoni, I. Lazzarini, V. Rebonato, Accademia Nazionale Virgiliana di scienze, lettere ed arti, Quaderni n. 2, Mantova 2013, pp. 275-294

Durante l'età di Alfonso II d'Este operò nei territori estensi un ingegnere mantovano, Giovanni Angelo Bertazzolo, esponente di una famiglia di periti d'acque e architetti, attivi alla corte dei Gonzaga come Prefetti o Superiori alle acque. Lo incontriamo nella bassa Reggiana impegnato in verifiche e perizie sul buon esito della Bonificazione di Gualtieri attuata dal marchese Cornelio Bentivoglio, ma anche nel territorio ferrarese per risolvere controversie idrauliche inerenti mulini e scolo delle acque. Una controversia diplomatica fra Estensi e Gonzaga, di cui rimane un carteggio, riguarda proprio il Bertazzolo il cui ritorno a Mantova era sollecitato dai signori mantovani.  

Giovedì, 06 Marzo 2014 21:25

L'acqua nei terreni alluvionali

pubblicato in Un Po di acqua. Insediamenti umani e sistemi acquatici nel bacino padano, a cura di Ireneo Ferrari, Gilmo Vianello, Reggio Emilia, Diabasis, 2003, pp. 135-150.

L'acqua è l'elemento dominante in tutte le terre della bassa pianura del Po. L'edificazione di migliaia di chilometri di argini, e la costruzione di alcuni grandi collettori delle acque di scolo mediante adattamento di antichi alvei del Po, l'applicazione di tecniche di bonifica dallo scolo naturale, alla colmata al sollevamento meccanico sono caratteristiche la cui storia serve a capire il processo di vera e propria costruzione della terra coltivabile.

 

Pubblicato in  “La ruina dei modenesi”. I mulini natanti di Concordia sulla Secchia: storia di una civiltà idraulica, atti della giornata di studio, sabato 28 ottobre 2000, a cura di Bruno Andreolli, Gruppo studi Bassa Modenese, Finale Emilia (MO), 2001, pp. 13-20.

Le necessità di macinazione dei cereali nella bassa pianura, in mancanza di cadute d'acqua utilizzabili, impongono di ricorrere ai mulini galleggianti posti sulla corrente viva di un fiume. Per il ducato di Mirandola il fiume disponibile era il fiume Secchia, nella località Concordia. Ma i mulini erano anche ostacoli al decorso della acque in un alveo molto stretto e soggetto a piene improvvise. Di qui conflitti inevitabili con le comunità minacciate. 

 

Pubblicato in 

Land Reclamations: Geo-Historical Issues in a global Perspective. Proceedings of the International Conference held at the University of Bologna, May 14th. 2010, edited by S. Piastra, Quarto inferiore (Bologna),  Pàtron Editore. 2010, pp. 9 – 27.

Uno sguardo di sintesi al fenomeno della bonifica nella Valle del Po, intesa come creazione di suolo coltivabile, sia con irrigazione, sia con programmi di drenaggio e regolazione dei fiumi.

 

pubblicato in Il Principato di Carpi in epoca estense. Istituzioni, economia, società, cultura, a Cura di Gilberto Zacchè, Roma, Bulzoni, 2002, pp- 169-189.

Le acque dell'Appennino creavano problemi al loro passaggio a nord della città di Carpi in quanto incapaci di trovare esito nel fiume Secchia, artificialmente  portato ad occupare un antico alveo del Po. Dalle difficoltà di regolare le acque nascevano conflitti con stati vicini e tra diversi utilizzatori delle acque stesse per macinazione o navigazione.

Pubblicato in  «Parole Chiave», n. 27, luglio 2002: «Acqua», Carocci editore, pp. 99-121

L'acqua è fattore limitante per l'agricoltura, sia dove vi sono carenze di precipitazioni e acque superficiali, sia dove l'eccesso di acque nei suoli impone opere di drenaggio e bonifica. Il confronto fra l'esperienza italiana e quella iberica mette in risalto i diversi problemi che riguardano il ruolo dell'acqua nello storico problema della conservazione e riproduzione della fertilità della terra coltivata. 

 

 

 

Pubblicato in El Agua en los sistemas agrarios. Una perspectiva histórica, Garrabou Segura Ramon, José Manuel Naredo Pérez (editores), Madrid, Fundación Argentaria, 1999, pp. 41-62

Le vicende della bonifica in Italia in una rassegna cronologica di sintesi

Sabato, 28 Dicembre 2013 16:57

Il Po

Pubblicato in:: Le calamità ambientali nel tardo medioevo europeo: realtà, percezioni, reazioni, Firenze, Firenze University Press, 2010, pp. 197 – 230, a cura di M. Matheus, G. Piccinni, G. Pinto, G. M. Varanini. (Atti del XII convegno del Centro studi sulla civiltà del tardo medioevo, S. Miniato, 31 maggio - 2 giugno 2008).

Il fiume Po dal medioevo in avanti è stato dispensatore di ricchezza per l'agricoltura e per il commercio quale grande via navigabile a lunga distanza. Ma dal '300 al '500 il fiume e le sue esondazioni hanno anche portato lutti e devastazioni, spesso mutando il proprio corso per aprirsi il cammino verso il mare.

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