Acque di frontiera. Il governo idraulico nella bassa pianura padana in età moderna
Pubblicato in Archivi, territori, poteri in area estense (sec. XVI-XVIII), a cura di Euride Fregni, Roma Bulzoni editore, 1999, pp. 169-188. (Atti del convegno: Nuove ricerche nel patrimonio archivistico degli antichi stati padani: Poteri signorili, patriziati e centri urbani minori nell’area estense (secc. XVI-XVIII) Ferrara, 9-12 dicembre 1994, pp. 169-188.
Nella bassa pianura del Po, dove le condizioni dei suoli sono proibitive per la difficoltà di scolo delle acque sembra consolidarsi e resistere nel tempo un gruppo di signorie territoriali i cui confini sono sempre incerti proprio a causa delle acque e del mutare di letto dei fiumi. Sono le leggi dell’idraulica ad imporre comportamenti obbligati ai particolarismi e spesso i poteri signorili si trovano in contrasto con lo sfruttamento di spazi umidi e vallivi esercitato dalle comunità locali. Innumerevoli controversie sorgono per creare all’interno dei piccoli stati signorili una rete di vie navigabili, unico modo per muovere persone e cose a distanza. Analoghi problemi, per le terre più alte, suscita la necessità di irrigare i terreni nelle zone di deposito dei torrenti e dei fiumi dell’Appennino. In questo caso l’acqua è risorsa contesa in quanto scarsa.